UNORTHODOX



E’ la serie del momento su Netflix, quattro puntate così cariche di intensità e significato che si divorano in un pomeriggio.
Questa storia prende le mosse dal libro di Deborah Feldman (Unorthodox: The scandalous Rejection of my Hasidic Roots) in cui la scrittrice racconta la sua esperienza da nativa in una comunità ebrea ultra ortodossa e la sua successiva fuga alla ricerca di una nuova vita lontano dalle rigide regole imposte per nascita.
Di fatto, la protagonista lo dice fin dalla prima puntata,  guardando negli occhi il suo futuro marito che incontra per la prima volta:  “io non sono come le altre ragazze”. 


Netflix acquista i diritti del libro e rimaneggia la storia discostandosene per il presente e dunque sul periodo del distacco dalla comunità, ma ne resta fedele per quanto riguarda le tradizioni e i flashback sulla vita chassidica, prima e durante il matrimonio.
Esther  Shapiro, detta Esty, è una ragazza che è stata cresciuta dai nonni e la nonna, a cui Esty è molto legata, condivide con lei un segreto: quando il nonno non c’è e nessun uomo può sentirle, canta e ascolta musica lirica, nonostante alle donne sia severamente proibito dalla religione.
In seguito al suo matrimonio combinato con il giovane Yanke, la vita in comunità e gli obblighi matrimoniali iniziano a starle stretti.  Ha inizio così la sua trasformazione di cui appare fin da subito la sofferenza e il profondo rispetto verso le sue radici.
Nel viaggio che Esty compie alla volta di Berlino e nel modo in cui si approccia a un mondo che non ha mai conosciuto,  c’è tutta la delicatezza possibile nel racconto e nei gesti e traspare la potenza della voglia di vivere per se stessi, nel profondo rispetto degli altri, senza imposizioni di sorta, ma solo per se stessi. 
La storia si articola, dunque, in una serie di flashback sul passato più prossimo di Esty alle prese con il matrimonio, la suocera, i doveri estremamente rigidi della comunità e il presente nella sua nuova vita a Berlino, dove dolcemente cerca di farsi strada provando ad emergere in qualcosa che nella sua comunità le era proibito e lo fa abbandonando nelle acque di un lago parte di se stessa per aprirsi a una nuova vita; chiude idealmente un cerchio con il passato che affonda le sue radici nelle tristi vicende contro gli ebrei di cui si è macchiata la città di Berlino. 


A Berlino incontra un gruppo di ragazzi che esprimono tutta l’essenza che è la città in sè, cosmopolita e dinamica, con un’intensa attenzione alla cultura e ai giovani. Ma non è un caso che lei abbia scelto Berlino, è lì che qualcosa, o meglio qualcuno l'attira come una sorta di calamita, per riguardarsi ancora negli occhi in un contesto nuovo.
La sceneggiatura,  a cui ha collaborato anche la Feldman e che è giusto ricordare si discosta dalla storia originale, è perfettamente calibrata, lasciandoci scoprire nuove cose sulla comunità chassidica in generale e sulla vita di Esty in particolare, nei momenti più opportuni .

  
Anche se il contesto in cui questa storia prende le mosse è così esclusivo e straordinario, quella che viene raccontata in Unorthodox è una storia universale poiché parla semplicemente di desideri che appartengono a tutti, in qualsiasi comunità o posto nel mondo ci si trovi: il desiderio di essere ascoltati, di essere liberi. Shira Hass è un’attrice sublime, senza di lei questa serie non sarebbe stata quello che è.




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