IL NEOREALISMO E IL DOPOGUERRA

 

Ossessione(1943)

Il Neorealismo di cui l'origine del nome è ancora oggetto di dibattito, si sviluppa in Italia tra il 1943 e il 1955 circa.
Il primo film considerato a pieno titolo Neorealista è Ossessione (1942) di Luchino Visconti, tuttavia alcuni spunti tipici di questo cinema ci sono già in alcuni film precedenti. 

La particolarità del Neorealismo sta nel fatto di essere un cinema di denuncia che racconta le storie e le sofferenze degli ultimi. Ogni film Neorealista è un pugno allo stomaco, uno schiaffo per svegliare le coscienze e suggerire che è quella sullo schermo la verità che c'è anche fuori dalla sala, girando l'angolo. Una realtà di faticosa ripresa post-bellica, di povertà e miseria, di dignità e emigrazione verso Paesi più all'apparenza più felici.

 Il cinema neorealista predilige le ambientazioni esterne, spesso con le rovine della guerra sullo sfondo e sceglie attori presi dalla strada, non professionisti, ma persone vere, realmente povere, disagiate. E' il caso di Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De sica, bellissima trasposizione del rapporto padre-figlio durante il dopoguerra che entra prepotente nella vita quotidiana fatta di stenti e sacrifici, alla ricerca disperata di un lavoro, una situazione comune alla maggioranza degli italiani, da nord a sud senza distinzioni. Ancora ricordiamo di questo periodo Sciuscià, Umberto D, Roma città aperta, Riso Amaro, La terra trema. 

Riso amaro

Le mondine in Riso Amaro (1949)

Un frame da Sciuscià (1946)

Ladri di Biciclette (1948)


Ladri di biciclette

Sono i bambini i protagonisti più importanti, cresciuti troppo in fretta e spesso più maturi degli adulti. Le storie sono quotidiane e contemporanee. 

Questa immagine dell'Italia povera e affamata, infastidiva la chiesa e alcune fazioni politiche, che non volevano sfigurare agli occhi del mondo, così che nel 1949 nacque una sorta di censura preventiva che prevedeva una commissione che avrebbe dovuto approvare o meno la sceneggiatura, sceneggiatura che se da una parte doveva tenere lontano il monopolio americano, dall'altra non doveva diffamare l'Italia e il suo intervento per la ricostruzione post bellica. 

Il Neorealismo fu di grande ispirazione anche per gli artisti degli anni '60, lo ritroviamo in Pier Paolo Pasolini e nel realismo fantastico di Federico Fellini. Ancora oggi, alcune espressioni di film principalmente indipendente che vanno a toccare le corde della realtà cruda delle periferie, degli ultimi, vengono spesso accostati a quel periodo d'oro per la produzione cinematografica italiana. 

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