L'ultimo film di Sydney Sibilia mette in scena una storia realmente accaduta negli anni caldi della storia italiana, il '68, per intenderci.
Al largo delle acque di Rimini l'ingegnere Giorgio Rosa, si costruisce ed istituisce uno stato tutto suo, su una piattaforma di tubi d'acciaio.
Una storia singolare, di cui si era persa memoria e che ha infatti colpito perchè sembra impossibile sia una storia vera, piuttosto il frutto della fantasia degli scrittori.
Il sogno dell'ingegner Rosa, morto nel 2017 a 92 anni, si infranse nel '69, dopo un lungo assedio del governo italiano. La sua piattaforma sopravvisse per appena 55 giorni.
La rilettura in chiave di commedia da parte di Sydney Sibilia, si concentra sulla vicenda che investe Rosa come uomo, interpretato dal sempre bravo Elio Germano, che cerca attraverso la piattaforma un riscatto personale, una presa di posizione rispetto al suo lavoro disconosciuto fino a quel momento.
La piattaforma, costruita con l'aiuto di alcuni folli amici, inizia ad attirare molti avventori e Giorgio deve fare i conti con quello che possono portare sulla sua isola questi avventori. É necessario dotarsi di regole come fossero leggi e, proclamando l'isola stato indipendente il 1° maggio del 1968, si dota anche di una lingua tutta sua, l'Esperanto.
Il film è scorrevole e con un ottimo studio di fotografia e location. Tuttavia il presentare l'ingegnere come un professionista incompreso, rischia di ridurre il tutto a un atto fatto per colpire il mondo e l'ex ragazza di cui è ancora innamorato, Gabriella (Matilda De Angelis). Sarebbe forse stato meglio raccontare l'uomo com'era nella realtà, un professionista e un docente già avviato nel lavoro, per sottolineare di più la portata rivoluzionaria del suo gesto che certamente è da inserire in un contesto storico particolare e travagliato.
La spinta di Rosa che viene rappresentata è la volontà di costruirsi il proprio spazio di libertà con le proprie regole, fuggendo dai dettami del mondo in cui è costretto a vivere. Tuttavia questa portata si perde nel racconto di una situazione che diventa più una discoteca sul mare, un luogo per passare il tempo nella grande fucina di passatempi che è la riviera romagnola.
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