giovedì 14 maggio 2020

AD ASTRA di James Grey



Nello spazio sta accadendo qualcosa di strano: un campo elettrico scarica la sua forza alla velocità della luce minacciando la terra. La fonte viene identificata e il maggiore Roy McBride (Brad Pitt) ha il compito di risolvere il problema.
McBride non è un uomo qualsiasi, il padre, infatti, par
tì per cercare segnali di vita su Nettuno senza fare ritorno ed è proprio la sua nave la causa del campo elettrico. Ha inizio così la missione di McBride, missione di cui solo pochi interessati devono essere al corrente. 

Ci ritroviamo da subito in spazi che non ci appartengono e scopriamo quasi dall'inizio che il pianeta colonizzato dall'uomo è un luogo inospitale, come un quartiere malfamato di New york e la cosa ci sorprende e spiazza. E' uno spazio abitato dagli uomini che lo hanno trasformato, costruendo le proprie basi con tecnologie di altissimo livello.
Il nostro protagonista deve raggiungere il suo obiettivo, come abbiamo detto, in gran segreto, ma la porzione di pianeta da superare per poter raggiungere il pianeta che gli interessa, è popolata da criminali che sparano all'impazzata.
L'intento è quello di andare oltre, affrontare un tema caro a Grey, quello del conflitto tra padri e figli, l'emancipazione di questi ultimi dalle megalomanie dei primi.
McBride è un ufficiale 
tutto d'un pezzo che con il senso del dovere con cui svolge il suo lavoro si ritrova a fare i conti con i sentimenti più reconditi, quelli che riguardano il senso dell'abbandono e l'elaborazione di un lutto mai concretizzato.  

Tuttavia, l'eccessivo uso di effetti speciali e l'eccessiva "umanizzazione" dello spazio che diventa quasi un western stellare indeboliscono di molto il film, rendendolo prolisso e in alcuni passaggi tedioso.
Plauso alle buone intenzioni del regista, all'ascesa spirituale del personaggio e il distacco dal passato, tuttavia il film non convince a pieno.

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